La stenosi della valvola aortica con o senza coronaropatia critica rappresenta la seconda cardiopatia di interesse chirurgico per prevalenza nel mondo Occidentale. Tale patologia, da sempre trattata chirurgicamente con la sostituzione protesica della valvola (AVR), è stata rivoluzionata circa 10 anni fa dall’avvento delle tecniche percutanee di sostituzione valvolare trans-catetere (TAVI). In un’ottica di riduzione della invasività chirurgica peraltro, sono stati popolarizzati negli anni accessi chirurgici meno invasivi rispetto alla sternotomia completa tradizionale – come la mi-sternotomia e la mini-toracotomia – e protesi valvolari a rapido rilascio – c.d. sutureless – con l’obiettivo, queste ultime, di ridurre i tempi di ischemia cardiaca intra-operatoria. A questo armamentario si associano le tradizionali protesi valvolari meccaniche o biologiche, queste ultime sia con stent (c.d. stented) che senza stent (c.d. stentless). Data l’eterogeneità delle tecniche e dei devices impiantabili, è stato costruito un consorzio internazionale che vede coinvolti 9 Centri di Cardiochirurgia. Questi Centri sanno arruolando in un Registro prospettico Multicentrico tutti i pazienti sottoposti a procedura chirurgica sulla valvola aortica, sia per vizio isolato che per vizio combinato aortico e coronarico, con l’obiettivo di analizzare gli esiti associati alle differenti opzioni cardiochirurgiche, sia tradizionali che “innovative”.