- Autori:
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Cavallini, Alvise
- Titolo:
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Endoscopic management of pseudocyts following resection for pancreatic neoplasia or pancreatitis: a comparative study with long term follow-up
- Anno:
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2011
- Tipologia prodotto:
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Doctoral Thesis
- Tipologia ANVUR:
- Altro
- Lingua:
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Inglese
- Parole chiave:
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Pseudocisti pancreatica; resezione pancreatica; tumore del pancreas; endoscopia
- Abstract (italiano):
- Le pseudocisti pancreatiche sono fra le complicanze più frequenti della pancreatite cronica, di quella acuta e dei traumi pancreatici. Da un punto di vista istopatologico, una pseudocisti pancreatica può essere descritta come una cavità a contenuto liquido delimitata da una parete costituita da tessuto fibroso o di granulazione, ma priva di un rivestimento epiteliale. Il meccanismo fisiopatologico che induce la formazione di una pseudocisti consiste nella rottura del sistema duttale pancreatico con fuoriuscita di succo pancreatico nel parenchima ghiandolare; la reazione infiammatoria che segue si organizza formando la parete fibrosa. Questa rottura può essere secondaria ad infiammazione e necrosi (pancreatite), o ad un aumento della pressione intraduttale (litiasi) o ad un trauma, che può essere anche secondario ad un intervento chirurgico. Le pseudocisti pancreatiche hanno una presentazione clinica molto variabile che va da lesioni completamente asintomatiche a formazioni che causano dolore addominale, sindrome subocclusiva da compressione gastrica o duodenale e possono presentarsi come una massa palpabile o, più raramente, con ittero. Uno dei principali fattori che influenza la gestione delle pseudocisti risiede nell’eziologia delle pseudocisti stesse. Quelle che si formano in seguito a pancreatite acuta possono risolversi spontaneamente in 4 o 6 settimane, con un completo riassorbimento della componente liquida e “restituito ad integrum” della ghiandola pancreatica e dei tessuti circostanti. Nella pancreatite cronica invece la risoluzione spontanea avviene raramente, in quanto la parete della pseudocisti ha il tempo di organizzarsi in modo definitivo con una componente fibrotica. In letteratura viene riportata una percentuale di risoluzione spontanea del 25% in corso di pancreatite cronica.
Le indicazioni per una terapia interventistica riguardano le pseudocisti complicate, quelle sintomatiche oppure le asintomatiche con diametro > 5 cm, con dimensioni stabili da più di 6 settimane; è infatti altamente improbabile avere una risoluzione spontanea di una pseudocisti dopo 6 settimane dalla comparsa e maggiori sono le dimensioni, maggiori sono i rischi di complicanze gravi quali emorragia, infezione o rottura della cisti.
Per quanto riguarda le opzioni terapeutiche, il trattamento chirurgico rappresenta storicamente la terapia di scelta. Ancora oggi, nonostante lo sviluppo di tecniche mini-invasive, la chirurgia ha un ruolo importante soprattutto nel trattamento di pseudocisti complicate da necrosi e infezione, e nelle lesioni cistiche sospette.
L’approccio endoscopico alle pseudocisti era già stato tentato negli anni ’70, ma ha conosciuto una significativa espansione solo negli anni ’90. Il primo trattamento endoscopico fu eseguito nel 1973 quando Roger et al. praticarono l’aspirazione di una pseudocisti attraverso lo stomaco. Questa procedura non fu, però, risolutiva, in quanto il liquido si riaccumulava riformando la cisti. Con gli anni la tecnica è andata raffinandosi, fino all’attuale inserimento di una endoprotesi per drenare le raccolte fino al completo collabimento. La pseudocisti deve avere una parete matura (spessore > 3 mm e < 1 cm), deve essere in intimo contatto con la parete dello stomaco e/o duodeno determinandovi anche un’impronta riconoscibile e avere un diametro di almeno 5 o 6 cm. Sarebbe opportuno, inoltre, valutare la presenza di pseudoaneurismi, di ipertensione portale e circoli collaterali per ridurre il rischio di sanguinamento dopo l’incisione della parete.
Esistono tre approcci endoscopici al trattamento delle pseudocisti pancreatiche:
1) APPROCCIO TRANSMURALE: consiste nel drenaggio della raccolta posizionando una protesi attraverso la parete gastrica o duodenale; è possibile quando la cisti determina un’impronta ben visibile sulla parete.
2) APPROCCIO TRANSPAPILLARE: consiste nel posizionamento di uno stent attraverso la papilla di Vater avanza
- Id prodotto:
-
59739
- Handle IRIS:
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11562/348945
- ultima modifica:
-
1 novembre 2022
- Citazione bibliografica:
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Cavallini, Alvise,
Endoscopic management of pseudocyts following resection for pancreatic neoplasia or pancreatitis: a comparative study with long term follow-up
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